La storia dei capelli rossi
Uno degli studi più completi sulla genealogia dei capelli rossi è Red. A History of Redhead della scrittrice inglese Jacky Collis Harvey, rossa per natura. La scrittrice spiega che l’ origine di questa mutazione genetica risale a 60 mila anni fa ed ha come origine l’Asia occidentale; con le migrazioni dall’Est ha trovato terreno fertile in Scozia, in Irlanda ed in Inghilterra, dove le comunità non erano soggette a variabilità genetica. Si tratta del gene Mclr presente sul sedicesimo cromosoma che codifica le istruzioni per far funzionare i melanociti. La melanina si manifesta in due forme: l’eumelanina, il pigmento che scurisce i capelli ed è in grado di proteggere la pelle dai raggi del sole e la feomelanina, che è responsabile della pelle chiara e dei capelli rossi. Quando il gene Mclr è attivo, viene prodotta molta eumelanina e perciò i capelli potranno essere molto scuri o castani, e man mano che diminuisce la quantità di questo pigmento, i capelli diventano biondi, in quanto è presente anche una piccola quantità di feomelanina. Quando il gene Mclr è inattivo, si ha la produzione di molta feomelanina e perciò i capelli diventano rossi. Questa mutazione genetica è rara perché per nascere coi capelli rossi entrambi i genitori devono avere il gene Mclr disattivato. La scrittrice però parla dell’eccezione che costituisce la Gran Bretagna dove la percentuale di persone coi capelli rossi è del 13% ed avendo la pelle chiara sintetizzano più vitamina D, perciò storicamente i popoli dai capelli rossi avevano ossa più forti e discendenti più sani. Ma non dimentichiamo i pregiudizi legati ai capelli rossi, e tramandati nel tempo a cui Jacky Collins Harvey presta molta attenzione nel suo saggio: si pensa che gli uomini siano facili alla rabbia, impulsivi, guerrieri storicamente abili e spietati; le donne, invece, a causa della loro pelle chiara sono sensuali, infedeli e tentatrici; per i greci ed i romani costituivano i “diversi”, i “sottomessi” perché i figli illegittimi che nascevano all’interno dei clan erano venduti come schiavi nelle famiglie straniere; fino ad arrivare al periodo dell’Inquisizione Spagnola dove essere rossi voleva dire avere qualcosa di diabolico, evocare il sangue e praticare la stregoneria. Una bella eredità insomma. Anche lo scrittore siciliano Giovanni Verga parla di questo pregiudizio nella novella Rosso Malpelo, attribuendo culturalmente al bimbo dai capelli rossi una cattiveria ed una malizia addirittura innate. Alcune attrici di grande successo hanno i capelli rossi naturali come Julianne Moore, Julia Roberts e Christina Hendricks.
Fortunatamente siamo nel 2015 e la situazione è alquanto cambiata. Una parte dei pregiudizi rimane, come tanti altri del resto, ma grazie al nostro gene recessivo tanto raro siamo oggetto di attenzione perenne ed abbiamo molto successo nella pubblicità e nel cinema. Ogni tanto…una piccola rivincita.
Chiara Bitella