La maternità, come viene vissuta?
In questi due anni e mezzo di Lockdown molte ragazze dei miei calendari hanno pensato di fare dei figli e visto il tempo passato per forza chiusi in casa sono nati molti bambini tra il 2020 – 2022. Ho chiesto allora alle neomamme di mandarmi qualche testimonianza della loro maternità. Qui leggete quella di Chiara Bitella che oltre a lavorare con i bambini è diventata mamma come molte altre.
Contatto: la voce ed il movimento nella relazione mamma-bimbo.
In principo era il suono. Prima dello sguardo che riconosce ed accoglie, prima di un abbraccio che stringe al petto, il bimbo, nel grembo materno, entra in contatto con la voce della mamma, con il battito del suo cuore e con il movimento delle sue viscere. La nuova vita è immersa nel sentire. Con la nascita il bimbo lascia questa zona di confort ed entra in una nuova dimensione, ma la traccia di quel contatto resta, e va coltivata con lo strumento più potente che abbiamo: il nostro corpo. Negli ultimi 30 anni anche la letteratura scientifica ha riconosciuto l’importanza del primo contatto: infatti, mentre un tempo i neonati, in ospedale, venivano posti nelle culle separate dalla stanza della mamma, ora sono posti accanto ai loro letti e si predilige il “Pelle a
Pelle” nei primissimi minuti di vita. Alle neo mamme vengono proposti i corsi di massaggio che ti insegnano come manipolare dolcemente il bimbo per aumentare la sua propriocezione, il rilassamento e l’allungamento muscolare, stimolando un contatto visivo con il genitore che rasserena; ci sono corsi sul portare in fascia, proposti dalle ostetriche o dalle consulenti del portare, che attraverso le diverse legature, ripropongono la sensazione di essere avvolti nel corpo materno, rispettando la posizione ergonomica corretta della schiena ed un contatto caldo ed avvolgente con il seno e la pancia della mamma. I gesti di interazione fra mamma e bimbo, quali l’abbraccio, lo sguardo, la nutrizione, la consolazione ecc. sostengono il legame affettivo;
infatti secondo la teoria dell’attaccamento di Bowlby, la sensibilità materna nel rispondere ai segnali ed ai bisogni del proprio bimbo, pone le basi per garantire una solida relazione tra di loro, quella base sicura, indispensabile per lo sviluppo delle relazioni successive a partire dall’infanzia.
Ed il papà? La voce paterna, dai toni gravi e penetranti è percepita, sin dall’epoca fetale come diversa, fuori del corpo materno, ma comunque familiare, accogliente e rilassante, a volte più rilassante di quella materna. Secondo lo studio della musicoterapeuta Maria Teresa Nardi, la voce paterna penetra l’addome e le pareti uternine, raggiungendo il feto, tanto quanto avviene con le frequenze più alte della voce materna e rappresenta l’esterno, quindi il mondo, favorendo dunque, una elaborazione delle prime strutture mentali del feto che distinguono l’interno dall’esterno, nonché le prime forme di linguaggio.
Un’altro importante veicolo di relazione profonda tra mamma e bimbo è la danza in fascia. Attraverso movimenti coreografici proposti da danzatrici esperte, le neo mamme cullano i lori piccoli attraverso la danza. La plasticità del sistema nervoso dei piccoli permette di sfruttare al massimo la diade musica-movimento ristabilendo i ritmi organici fondamentali, quello del cuore e quello dell’intestino; inoltre il movimento della mamma funge da massaggio che stimola la propriocezione corporea del bimbo ed in generale la sua capacità di apprendimento.
Nicoletta Bressan, psicopedagogista ed educatrice perinatale descrive questo meraviglioso contatto con le seguenti parole:
Non è la fascia, è il battito del cuore che ipnotizza e scandisce ogni secondo, dando un senso alle giornate.
Non è la fascia, è il tepore della carne viva su cui posso stare appoggiata.
Non è la fascia, è il profumo del latte, l’odore della pelle, l’aroma di casa mia che ritrovo sempre.
Non è la fascia, è il movimento che conosco, l’ondeggiare dei fianchi mentre si cammina, la ninnananna che mi culla fino al sonno e la danza che cattura i miei sensi.
Non è la fascia, è stare alla stessa altezza a cui succedono le cose, in cui il mondo pare muovresi, non intorno a me ma con me al centro.
Non è la fascia, è la sicurezza della compagnia, è sentirsi ascoltati, è abbandonare il vuoto ed il senso di solitudine in cui questa terra pare sprofondata.
Non è la fascia, è la mia spinta biologica, è il mio desidero ancestrale, è il benessere che mi hai scritto nei geni.
Non aggiungerei altro alla bellezza ed alla profondità di queste parole che descrivono la pienezza e l’unicità del contatto tra la mamma ed il suo bimbo, come nessuno studio scientifico saprebbe fare. Sarebbe opportuno dedicare anche uno spazio di riflessione al contatto tra papà e bimbo,
altrettanto importante e garante di una solida relazione con il mondo. Lo farò presto…. Buona avventura a tutti i genitori.