Donne e l’attività sportiva, un giudizio inibitore
L’approccio con lo sport per le donne curvy non è sempre facile. Oggi Rosangela, personal trainer di Verona e ambasciatrice/modella del calendario Beautifulcurvy 2016 ci parla della sua esperienza personale vissuta giorno dopo giorno.
Le donne entrano in palestra intimidite, spesso indossando vestiti larghi che non sottolineano la silhouette ed evitano di incrociare lo sguardo di chi le circonda. Se l’ambiente sembra “affidabile” e non troppo minaccioso, si decidono a fare un abbonamento.
A voce non troppo alta, mi dicono che sono lì, perché vogliono dimagrire, che ci hanno già provato tante altre volte, che tutti i tentativi sono stati inconcludenti e che per questo hanno deciso di iscriversi in palestra ed affidarsi ad un istruttore.
Ma anche questa scelta non è stata una scelta facile, perché a casa nella propria privacy, non c’è imbarazzo nel fare esercizio fisico seppure commettendo errori dovuti all’inesperienza. Invece andando in palestra ci si sente sotto osservazione, perché chiunque potrebbe guardare in qualunque momento e giudicarle.
Scrivo questo articolo, perché più spesso mi trovo ad essere testimone di scene come quella sopra citata, situazioni in cui donne volenterose di fare qualcosa per migliorare la salute del proprio corpo attraverso l’allenamento, si sentono inibite dalla possibilità di un negativo giudizio altrui.
Ed ecco che scatta l’imbarazzo, la demotivazione, il discorso di “mi si vedono i rotolini”? oppure “devo continuare a fermarmi per controllare che i vestiti mi coprano dove dico io”: ogni sguardo ricevuto potrebbe nascondere un pensiero negativo o una tacita derisione di questo corpo che non rispecchia gli standard offerti dalla società.
Il risultato? L’abbandono dell’attività fisica o al meglio il proseguimento di questa in modalità che implicano un’intensità talmente bassa da non apportare i risultati benefici che potrebbero invece essere raggiunti.
Ora vi dirò come stanno realmente le cose cosa vedono davvero questi estranei quando magari, anche sbadatamente, vi guardano. Per lo più, non pensano nulla semplicemente vi guardano perché nel recuperare un pò di fiato decidono di dare un’occhiata intorno.
Altri provano una sorta di ammirazione, perché l’essere lì significa mostrare la volontà nel volersi migliorare. Altri ancora si, si permettono di formulare giudizi sulla vostra forma fisica, ma dopotutto, perché vi dovrebbe interessare? Perché dovreste sentire il desiderio di corrispondere ai canoni estetici di queste persone con le quali magari non avete nulla in comune? Non siete lì per voi stesse? Per stare meglio? Ecco questo è possibile solo se ci mettete amore: amore per voi e per il percorso stesso.
Pensate io stessa quando anni fa avevo iniziato ad allenarmi in palestra, avevo subito l’impatto negativo di questa possibilità di giudizio, tant’è che per molto tempo mi sono limitata ad allenamenti non soddisfacenti e corsi di gruppo in cui ci fossero solo donne, perché lì mi sentivo meno giudicata.
Ma ora, ogni giorno sono felice di aver preso un pomeriggio il coraggio di allenarmi davvero, di fare quello che davvero mi appassionava in sala pesi, senza farmi fermare dagli sguardi di tutte le persone che incuriosite da questa nuova presenza, mi guardavano. Un passo verso me stessa amandomi di più.
Oggi ho fatto della mia passione il mio lavoro ed al di là delle trasformazioni estetiche ottenute sono felice che posso aiutare le persone a raggiungere, ciò che più amo : avere la possibilità di poter anche solo minimamente influire sul percorso verso l’amore per sé stessi.
Detto questo, non attendete che sia una terza persona ad arrivare in vostro aiuto e a smuovervi, fate il vostro primo passo da soli e fatelo oggi, perché questo giorno non tornerà indietro, e sarà un giorno in più che potreste passare amandovi di più.
Grazie a Rosangela Olivieri per questa bella testimonianza!