Michela Panetta, una bella ragazza timida, ma forte
E arrivato il mese delle spose e infatti Michela Panetta di Torino si trova nella foto di giugno. Lei è una ragazza bella e timida che indossa la taglia 50-52 perfetta per gli abiti da sposa Curvyssime sul calendario. Chissà dove sceglierà il suo abito da sposa, visto che tra poco si sposerà.
Nella vita lavora nell’amministrazione dell’azienda di suo papa occupandosi di contabilità, contratti, ordini e organizzazione pose, per il momento come aiuto di suo padre che la sta formando, da ripetizioni di materie scientifiche nel pomeriggio a quattro ragazze, ma soprattutto studia per laurearsi in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche che spera sarà presto! Una ragazza che si da molto da fare… complimenti! Ecco per voi la sua storia :
Purtroppo anch’io come molti adolescenti ho subito discriminazioni, a volte penso anche involontarie in quanto quando hai 14-15 anni non pensi molto a ciò che fai/dici, riguardante il mio peso. Già da bambina ero una delle bimbe più alte della classe (mio padre è alto quasi due metri) e inizialmente non è stato un problema fino alla fine delle elementari in cui alla recita scolastica provai un costume uguale ai miei compagni che purtroppo non mi stava e sentii la maestra che, a bassa voce disse, pensando che io non sentissi, che non potevo fare più la stessa parte assegnatami. Sembra una cosa da nulla, ma non sapete quanto avrei voluto stare li con le mie compagnette a correre per il palco e non in un angoletto ferma.
Con il tempo è aumentata la timidezza e con questo anche la vergogna per il mio corpo, la voglia di assomigliare ad altre ragazze (con tentativi goffi per esempio nel truccarmi), l’essere introversa e molto autocritica. Al liceo avevo molti amici ma spesso pensavo che mi chiamassero per andar fuori non perché ero io, Michela, ma perché così c’era l’amica brutta che potesse esaltarle. Diventai molto autoironica dai 17 anni, ma anche allora ero ancora vergognosa e debole, così sorridevo davanti agli altri e piangevo a casa quando ero sola. Soprattutto per quel maledetto soprannome, sfuggito alla prof. di matematica e fisica un giorno durante l’appello. Panzetta! Aveva storpiato involontariamente il mio cognome, facendo ridere tutta la classe all’istante e diventando così io completamente paonazza. Dopo qualche mese incominciai un’abitudine orribile, andare in bagno appena capivo di aver mangiato più del necessario. Fortunatamente rinsavii e smisi di farlo iniziando così un percorso che credo durerà molto a lungo, amarmi ogni giorno un briciolo in più. Certo fu un inizio difficoltoso perché cambiare e soprattutto cambiare il modo di vedersi non è facile, ma ad oggi sono orgogliosa di me stessa. Ho capito che in realtà sono molto forte e che ciò che conta è ciò che pensano le persone a me più care, non gli “amici/conoscenti”.
Il calendario, ma ancor prima conoscere Barbara, ha portato ad un altro livello la conoscenza di me stessa e del mio corpo, aumentando di molto il sentimento e l’amore verso me stessa. Un’altra cosa sorprendente è stata conoscere questo mondo curvy, a me prima sconosciuto. A distanza di mesi dallo shooting posso dire di essere ancora entusiasta come quel giorno in cui ho letto il mio nome tra le scelte di Barbara, come quel giorno si può dire da principessa, in cui indossai un abito da sposa di Cristina Giuggioli che posso definire da favola. Non ringrazierò mai abbastanza Barbara per avermi avvicinato quel giorno sulla nave verso le Isole Tremiti.
Subito dopo lo shooting ho conosciuto Sara Razaie, una studentessa di medicina di una bellezza imbarazzante, ambasciatrice e modella del calendario 2016, anche lei di Torino che subito mi ha parlato di un progetto che aveva in testa da un pò di tempo, che spero di aiutare a realizzare per far conoscere sempre più Beautifulcurvy e aiutare quelle ragazze e donne che ancora fanno fatica ad accettarsi e amarsi.
Grazie Michela per questa bella testimonianza molto personale !